
Il Museo Egizio di Torino, o del perché “La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”
Quando guido i gruppi nel giro città di Torino una delle domande più ricorrenti di fronte al Palazzo Seicentesco del Collegio dei Nobili, che oggi ospita il Museo Egizio, è: “perché a Torino un Museo Egizio così importante?”. Le persone si stupiscono di fronte alla scoperta che l’Egizio di Torino è il secondo al mondo per ricchezza delle collezioni (primo, ovviamente, quello a Il Cairo).
In effetti, l’Egitto non è mai stato una colonia italiana, e razionalmente non ci sarebbero ragioni per avere una tale collezione proprio a Torino, ma spesso le cose nella storia succedono per caso.

Si dà il caso che in periodo napoleonico, un piemontese di Barbania, nel Canavese, Bernardino Drovetti, si trovò a seguire Napoleone Bonaparte nelle sue campagne militari e per i suoi meriti ottenne la posizione di Console di Francia in Egitto. Qui raccolse un’enorme quantità di oggetti della cultura egizia che, grazie alla sua amicizia con il viceré d’Egitto, Mohammed Alì, riuscì a spedire in Europa. Proprio in quel periodo, in seguito alle requisizioni da parte di Napoleone di opere d’arte egizia spedite al Louvre, si era diffuso in tutta Europa il gusto per l’arte egizia e la passione per i reperti archeologici di questa civiltà. Bernardino Drovetti, al ritorno in Europa, mise in vendita la sua ricchissima collezione che fu acquistata dal Re di Sardegna Carlo Felice di Savoia, il quale con questa collezione di 5.268 oggetti, fondò nel 1824 a Torino il Regio Museo delle Antichità Egizie.

L’unicità di una collezione così ricca attirò scienziati ed appassionati e si radicò in Torino una comunità scientifica dedita allo studio e alla ricerca di nuovi reperti egizi. Tra questi, Ernesto Schiaparelli che, in qualità di Direttore del Museo, organizzò missioni di scavi in Egitto, in diversi siti archeologici e con i suoi ritrovamenti arricchì la collezione di Torino.

Fu proprio lui che nel 1905 avviò un’indagine sistematica nel villaggio di Deir-el-Medina, al quale si facevano risalire tanti degli oggetti della collezione di Torino, per cercare la tomba di Kha e Merit, dei quali si era trovata la cappella funeraria ma non la tomba. Si sa, infatti, che le cappelle funerarie erano erette sul sito dove in profondità veniva scavata la tomba, in cui giaceva il sarcofago con la mummia e tutto il corredo funerario. Anni prima, Bernardino Drovetti aveva trovato la cappella, ma non la tomba, e il mistero della tomba di Kha e Merit impegnò a lungo la Missione Archeologica Italiana.

Nel 1906, finalmente, a più di 20 metri di distanza dalla cappella, Ernesto Schiaparelli trovò la tomba di Kha e Merit, completamente intatta e ancora sigillata; fatto realmente unico, visto che tutte le tombe dell’antichità sono state in tempi successivi profanate per trafugare gli oggetti di valore facenti parte dei corredi funerari. Con tutta probabilità le tombe venivano profanate già ai tempi della civiltà egizia e Kha, che ne era al corrente e che era un architetto e soprintendente ai lavori di costruzione delle tombe dei Re, utilizzò un’astuzia e fece costruire la propria tomba a 20 metri di distanza dalla cappella funeraria, per evitarne la profanazione. Schiaparelli lasciò intatto tutto il corredo ed ebbe l’autorizzazione a portare a Torino tutti gli oggetti ritrovati: i sarcofagi, gli utensili, i letti, il cibo, salvo alcuni vasi che sono conservati oggi al museo del Cairo.

Così al Museo Egizio di Torino, abbiamo il corredo funerario non regale più ampio e completo mai ritrovato. E oltre a questo, 100 statue, 170 papiri, tra cui il papiro dei Re o Canone Reale, il più antico tessuto di lino dipinto, mummie tra cui una naturale, ostraka, pitture parietali di tomba “strappate” e qui ricollocate, fino al Tempio di Ellesija, un tempio salvato dalle esondazioni del Nilo e ricostruito qui a Torino.

Per tutto questo e per molto, molto altro, il Museo Egizio di Torino è il secondo per ricchezza delle collezioni, oltre ad essere l’unico in Europa esclusivamente dedicato all’arte e alla cultura dell’Egitto antico….
E allora, convenite con me che il Museo Egizio vale, lui solo, la visita a Torino?
Info Utili
Museo Egizio di Torino
Indirizzo: Via Accademia delle Scienze, 6, 10123 Torino TO
Orari: lunedì dalle 9 alle 14, da martedì a domenica dalle 9 alle 18:30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura del Museo).
Speciale estate: il venerdì apertura speciale dalle 9:00 alle 22:30
Tariffe:
Ingresso intero – 15€
Ingresso ridotto 1 (per i visitatori da 15 a 18 anni e per i giornalisti con tessera valida) – 11€
Ingresso ridotto 2 (per i visitatori da 6 a 14 anni) – 1€
Gratuito – Bambini fino a 5 anni, Grandi invalidi + 1 accompagnatore, Membri International Council of Museums (ICOM), Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card
Visita Guidata: Poi prenotare la tua visita guidata qui.
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