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La Sacra di San Michele, il panorama più bello a 1 ora da Torino 1
La Sacra di San Michele, il panorama più bello a 1 ora da Torino

La Sacra di San Michele, il panorama più bello a 1 ora da Torino

Elisabetta

Quando il torrido caldo estivo affligge la città, a tutti, anche agli amanti del mare più accaniti come me e mio marito, scatta la “passione” per la montagna…e quando questa passione si manifesta con la decisione di fuggire dalla città dell’ultimo minuto (a volte proprio non ce la facciamo ad organizzare tutto in anticipo), la nostra “meta di fiducia” è la Sacra di San Michele, perché ci si arriva in meno di un’ora d’auto da Torino, anche senza prendere l’autostrada. Oggi vi propongo una giornata tipica in fuga dal caldo alla Sacra di San Michele.

La bellezza e il fascino di questo monumento, che nel 1994 è stato scelto come monumento simbolo della Regione Piemonte, sono il risultato innanzitutto della sua posizione. Sulle Alpi Cozie, all’interno del gruppo montuoso del Rocciavré, la Sacra è situata alla sommità del Monte Pirchiriano (forma elegante per Porcarianus che vuol dire monte dei porci), da dove domina la Valle Susa e la via francigena, unico passaggio che anticamente permetteva di attraversare le Alpi e passare dal Piemonte alla Francia e viceversa.

Sacra di San Michele
Vista della via Francigena dalla Sacra di San Michele

Il Monte Pirchiriano, considerato strategico e sfruttato per questa ragione dai Romani, venne più tardi scelto per la propria sede eremitica da un religioso discepolo di San Romualdo, Giovanni Vincenzo. Poco dopo, nel 983 ebbe inizio, nella sede dell’eremo, la costruzione dell’attuale abbazia per volere del nobile francese Ugo di Momboissier, signore dell’Alvernia. Il Conte Ugone si era recato in pellegrinaggio a Roma per redimersi dal suo passato discutibile e, una volta lì, ottenne di essere ricevuto a udienza dal Papa per richiedere l’indulgenza. Il Papa gli concesse di scegliere la propria penitenza: un esilio di 7 anni o la costruzione di un’abbazia.

Nel 987 il monastero fu terminato e divenne un luogo frequentato da nobili in pellegrinaggio e in ritiro spirituale, un luogo dove appartarsi per meditare, studiare o incontrare altre persone di buon livello culturale. Per questo ancora oggi la Sacra di San Michele conserva tutto il fascino di un posto con una storia e un vissuto particolare ed unico, e per questo la Sacra di San Michele è uno dei luoghi (insieme all’Abbazia di San Colombano di Bobbio e all’Abbazia di San Gallo in Svizzera) a cui Umberto Eco si ispirò per l’ambientazione del suo fortunatissimo romanzo “Il Nome della Rosa”.

Sacra di San Michele
Scorcio dalla Sacra di San Michele

Curiosamente, però, questo luogo, che sotto la gestione dei monaci benedettini e per circa trecento anni fu esempio di intensa ospitalità, non fu in grado di ospitare la troupe cinematografica che realizzò l’adattamento cinematografico del famoso romanzo di Eco e nemmeno gli addetti della più recente serie televisiva (e le scene furono girate per lo più a Cinecittà e in altre location storiche ma più accessibili).

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Per chi ama fare trekking, ci sono diversi percorsi per raggiungere la Sacra di San Michele a piedi mentre per chi arriva in auto come noi, c’è un comodo parcheggio (a pagamento) nel Piazzale Croce Nera dal quale parte un bellissimo sentiero in mezzo al verde, asfaltato ma da percorrere a piedi, e dopo 10 minuti di salita si inizia a scorgere l’imponente profilo del complesso religioso.

Arrivati nell’ampio spazio antistante la Sacra di San Michele noterete i resti di un antico tempietto: è il Sepolcro di Monaci, così chiamato perché si è sempre pensato che fosse una cappella cimiteriale, ma in realtà è più probabile che fosse semplicemente una riproduzione (risalente al XII secolo) del Santo Sepolcro. Da qui la Sacra vi apparirà in tutta la sua imponenza! E avrete la sensazione di non sapere su cosa focalizzare l’attenzione: la possente ed affascinante struttura medievale o il panorama spettacolare tutt’attorno?

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Il Sepolcro dei Monaci

Ai piedi della Sacra di San Michele troverete la biglietteria/gift shop da dove i Padri Rosminiani fanno partire le loro visite guidate gratuite. La congregazione dei seguaci di Antonio Rosmini, fondatore dell’Istituto della Carità, si occupa della gestione dell’Abbazia ormai dal 1836, quando il Re Carlo Alberto di Savoia decide di restaurare questo monumento e ridargli l’antico splendore, perso durante gli anni di abbandono, e vi trasferisce dal Duomo di Torino le salme di ben ventiquattro esponenti di Casa Savoia.

Per visitare la Sacra di San Michele vi serviranno scarpe comode e buona resistenza: essendo l’edificio appoggiato su una porzione di roccia del Monte Pirchiriano, la sua struttura è una continua aggiunta di scale per raggiungere il cuore del monastero: la chiesa. In una metafora della vita cristiana, la visita vi sembrerà una faticosa ascesa, rampa dopo rampa, verso la luce.

Si inizia con una rampa di scale per arrivare alla facciata principale del complesso ed il suo ingresso ufficiale. Da qui una vista meravigliosa su tutta la vallata sarà motivo di una prima sosta per riprendere fiato (a meno che siate superallenati!) e scaldare la vostra macchina fotografica (o smartphone) con le prime foto da sfondo del desktop.

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La Statua di San Michele Arcangelo

Voltatevi verso la facciata per vedere la statua di San Michele Arcangelo (dello scultore Paul dë Doss-Moroder) qui collocata nel 2005 e che dona un tocco contemporaneo alla vista d’insieme. La facciata altissima ci preannuncia con la sua solennità, le sue forme geometriche e l’alternanza di colori, che stiamo entrando in un luogo sacro di grande importanza e realizzato con grande impegno economico ed artistico.

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Dal portale accediamo allo Scalone dei Morti, una scala che si compone di una doppia rampa con scalini erti e quindi abbastanza impegnativa fisicamente. La denominazione, contrariamente a quanto mi commentavano i visitatori che accompagnavo, non è dovuta al fatto che si muore di fatica durante la salita dei gradini (ahahahahah c’è sempre chi ha la giusta battuta di spirito e tiene alto l’umore del gruppo!) ma al fatto che in una nicchia della parete furono rinvenuti degli scheletri.

Nulla di misterioso o horror, semplicemente, come d’uso nell’antichità, le sepolture degli uomini illustri avvenivano sempre al di sotto delle chiese e anche qui furono sepolti abati e benemeriti: sono ancora presenti cinque tombe (ma dovevano essere molte di più) alcune con decorazioni in marmo, altre dipinte.

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La Sacra di San Michele

La fatica dello Scalone dei Morti viene ben ricompensata dalla vista, in cima, del Portale dello Zodiaco, l’opera più preziosa di tutto il complesso. Il portale dello Zodiaco, che dallo Scalone dei Morti conduce all’esterno, fu scolpito negli anni intorno al 1124 e per questo risulta il più antico ciclo romanico sullo Zodiaco e sulle costellazioni.

Sul pilastrino di destra abbiamo, infatti, inseriti in cerchi di rami intrecciati i dodici segni zodiacali mentre a sinistra sono rappresentate sedici costellazioni. Sullo stipite destro la firma del maestro che scolpì questa porzione del portale: Nicholaus. Ma il Portale dello Zodiaco non è un’opera omogenea, bensì si riconoscono diversi interventi, tra i quali sono stati riconosciuti i lavori del Maestro di Rivalta e di Pietro da Lione.

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Resti del Monastero Nuovo

Superato il portale lo sguardo sarà attratto dall’importante lavoro ottocentesco di contrafforti qui posizionati per assicurare l’equilibrio della struttura abbaziale durante il restauro voluto dal Re Carlo Alberto di Savoia. E si giunge finalmente al portale d’ingresso della chiesa abbaziale: portale romanico strombato con ai lati le colonnine gotiche successive che formavano il portico che proteggeva il portale. I battenti del portale sono ottocenteschi: scolpiti in legno di noce riproducono le armi di San Michele Arcangelo e il diavolo con volto umano e corpo di serpente.

La chiesa abbaziale conserva le tombe di ventiquattro membri della famiglia Savoia e alle pareti un trittico di Defendente Ferrari e vari affreschi, tra cui interessante per i contenuti è l’affresco che rappresenta la leggenda della fondazione della Sacra di San Michele. Opposta al portale d’ingresso, a sinistra la porta che dà accesso al terrazzo dal quale si gode di una vista unica sulla Valle. Al di sotto della terrazza si vedono i resti del grande Monastero Nuovo costruito tra il XII e il XV secolo, periodo di maggior prosperità del complesso monastico: un grandioso edificio a cinque piani.

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La Torre della Bell’Alda vista dal basso

Scendendo e passando tra queste rovine si accede ai resti della Torre della Bell’Alda, che si affaccia sullo strapiombo del monte e che conserva il mistero della fantasia popolare secondo cui la giovane e bella Alda recatasi alla Sacra di San Michele per pregare, viene sorpresa dai soldati e pur di sfuggire alle loro attenzioni, non avendo altre vie, invoca l’aiuto di San Michele e della Vergine. Disperata si getta dall’alto di questa torre e viene salvata dalle sue preghiere e rimane illesa. Decide di sfidare nuovamente la sorte, per vanità ma questa volta non viene salvata e muore.

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Terminata la visita, ci concediamo un rilassato pic nic (c’è un tavolino con panchine appena sotto il complesso monastico) e ci godiamo il fresco della montagna con il suo panorama unico. Dopo un caffè al Bar & Ristoro, con i suoi “ruvidi” gestori siamo pronti per scendere e raggiungere i Laghi di Avigliana….ma di questo parleremo nel prossimo post.


Info Utili

La Sacra di San Michele

Indirizzo: Via alla Sacra, 14 – 10057 S. Ambrogio (TO)

Orari: https://www.sacradisanmichele.com/it/visitare-la-sacra/orari/

Contatti: Tel. +39.011.93.91.30
                 Fax. +39.011.93.97.06
                 E-mail: info@sacradisanmichele.com


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